di Mattia Gottardi
La politica, come poche altre cose al mondo, si concretizza in un’infinità di aspetti diversi e risulta come una sommatoria di fattori intrinsecamente collegati tra di loro.
In qualunque modo la si approcci, però, quello che da tutti i cittadini viene concepito come l’avamposto della politica è la figura del Sindaco: non solo è l’Istituzione di prossimità, quella presente capillarmente su tutto il territorio e che ha competenza su una serie di aspetti centrali nella vita di ciascuno di noi, ma il Sindaco è soprattutto la persona che chiami per nome, che probabilmente conosci da molti anni perché vive – come te- il tuo paese ed a cui ti rivolgi per qualunque questione, anche quelle le cui competenze travalicano formalmente le funzioni del Comune. E lo fai spesso fuori dagli uffici, incontrandolo a far la spesa od al bar mentre si guarda una partita di calcio.
È la persona alla quale, per certi versi, hai affidato la cosa a cui tieni di più -la vivibilità di casa tua- e dalla quale ti aspetti la capacità di poter rappresentare e gestire le esigenze più strettamente territoriali.
Non solo. Il Sindaco è una persona tra le persone, ma dalla quale non sei disposto ad accettare sbavature né di ipotizzare l’incapacità. Fateci caso: quando scegliamo chi amministra il nostro territorio, anche se piccolo e con poco più di un centinaio di residenti, questo beneficio del dubbio non lo mettiamo nemmeno in conto. Perché il Sindaco è uno di noi, ma governa fattivamente su tutti noi. Ed è giusto, naturale, aspettarsi che lo sappia fare.
Amministrare un Comune, per questo e per altri aspetti, potrebbe riassumere il paradigma di un modo nobile e concreto di fare politica: l’incapacità non è prevista, la serietà data come precondizione, una politica fatta di azioni prima che di parole perché, si sa, i fatti parlano da soli. “Fare prima di dire”, potrebbe essere uno dei mantra che, da ogni Municipio assurge a modello per l’intero panorama politico.
Il Sindaco, come tutta la sua amministrazione, non deve essere lasciato solo o, peggio ancora, abbandonato a districarsi nella vischiosa ragnatela della burocrazia, vivendo, in aggiunta, una concorrenza sleale e vincolo di subordinazione rispetto alle altre Istituzioni. Tutta la filiera di governo, chiamiamola per un momento così, deve essere di ausilio e non una mera rete di potere. Ciò deve valere sia sul piano istituzionale che su quello politico: detta in altri termini, sia la Provincia che le singole forze politiche hanno il compito di dare un forte segnale di unità, per smettere di alimentare divisioni ed iniziare a fare davvero sistema. Sistema Trentino.
La Provincia, dal canto suo, può e deve fornire supporti tecnici e di competenze adeguati a risolvere, quando non ad anticipare, i problemi che insorgono fisiologicamente sul territorio, impegnarsi a favorire occasioni di formazione continua degli amministratori locali e prevedere la massima dotazione possibile di strumenti concreti, anche economici ed occupazionali, affinché i singoli Comuni siano messi nelle condizioni di amministrare al meglio. Non solo: la Provincia dimostra di essere un alleato quando inverte, rispetto a quanto abbiamo visto e subìto fino a poco tempo fa, l’onore della solvibilità dei servizi: la questione centrale non deve essere “quanto costa mantenere un determinato servizio su quel territorio”, ma quanto costerebbe a quel territorio ed alla sua gente perdere quel servizio. Prescindere da questa impostazione significherebbe garantire alle nostre valli, culla del Trentino, un futuro di progressivo spopolamento ed abbandono.
Anche le forze politiche sono chiamate a dare il proprio contributo in questo disegno complessivo, non solo impegnandosi a favore di quanto sopra succintamente descritto, ma coinvolgendo i Sindaci nella costruzione del proprio disegno programmatico con un ruolo di promotori e non di meri destinatari. Proprio perché hanno il polso della situazione o, meglio, delle molteplici, innumerevoli, difformi e peculiari situazioni, i Sindaci sono una risorsa per la politica proprio alla luce del contributo che possono dare nel migliorare il progetto di governabilità del territorio. I Sindaci sono una ricchezza di per sé, per il bagaglio di esperienza ed il paniere di competenze che portano in dote, e non per il peso elettorale che hanno.
Nell’abaco della politica intesa come “raccolta di voti”, i Sindaci troppo spesso sono stati inseriti in un vincolo di vassallaggio elettorale: aderisci al mio Partito quindi, quando ti verrà chiesto, porterai i voti al mio Partito. A prescindere dai contenuti. A prescindere dai candidati. Al mio segnale, risponderai presente.
È facile procedere così, è comodo quanto una pesca a strascico che ti assicura, anche se disponi di una rete sgangherata e con qualche buco, di raccogliere qualcosa.
Ma noi siamo in Trentino, ed orgogliosi di esserne espressione. Ce la vedreste una pesca a strascico in uno dei nostri laghi di montagna? Io personalmente no.
Abbiamo voluto costruire una forza politica autonomista, territoriale, amministrativa ed identitaria, qual è La Civica, proprio per poter creare un qualcosa che prescinda dai diktat nazionali e che si muova unicamente come sintesi delle istanze provenienti dal Trentino. E, se è vero quanto sostenuto dal vecchio adagio che una mela non cade tanto lontano dall’albero, per avere la fotografia di ciò che siamo ed intendiamo perseguire basta vedere chi ha contribuito a fondare la nostra forza politica: nella quasi totalità si tratta di amministratori locali e di persone che provengono da un’esperienza territoriale. Non sommatoria di fattori, ma costruzione di una sintesi complessiva che, quantomeno nei nostri intenti, si chiama Sistema Trentino.
Tanto quanto non accetteremmo mai ordini nazionali, non faremmo mai la classica telefonata da Trento -come troppe se ne sono viste nel corso dei decenni- per imporre una linea ai singoli territori. La Civica nasce per essere altro, per strutturare un rapporto federativo dei singoli movimenti locali e municipali e fungere da cornice di riferimento in ossequio all’essenza del concetto di sussidiarietà: tutto ciò che può essere deciso in loco, sono gli attori locali a doverlo gestire perché solo loro hanno il polso della situazione complessiva, mentre quando si necessita di strumenti ulteriori, vi è una rete di contatti e competenze a cui rivolgersi. Come La Civica intendiamo essere questo: punto di riferimento di tutti coloro che intendono essere attori protagonisti, liberi di fare al meglio ciò per i quali si sono impegnati, e che decidono di sommare alle proprie capacità quelle degli altri amministratori locali che collaborano con il Movimento, sapendo di poter trovare in loro una fonte di consigli, buone prassi ed esempi.
La Civica è nata per essere cornice federativa e rete di supporto per il Sistema Trentino. Ci muoveremo così, quindi, anche in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno, dando sostanza al disegno di buona amministrazione.
*Assessore provinciale agli Enti Locali